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Il Movimento BDS in cerca di visibilità accusa Israele di attacchi informatici

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Il Movimento BDS ha accusato Israele di essere responsabile degli attacchi informatici contro almeno sei siti web dell’organizzazione. Lo fa con un comunicato sul suo sito web principale senza però fornire alcuna prova di quanto afferma se non una “relazione tecnica” fornita da una pseudo agenzia di esperti informatici che però fornisce solo la dinamica dell’attacco DDoS (Distributed Denial of Service) che per inciso è uno dei più semplici da portare contro un sito web il che di per se escluderebbe Israele che ha esperti informatici in grado di portare attacchi ben più complessi di un semplice Distributed Denial of Service.

Il Movimento BDS con una sorta di delirio da onnipotenza e auto-celebrazione nel commentare i fatti afferma che questi attacchi informatici confermano la “disperazione israeliana” e l’impotenza dello Stato Ebraico di fronte al Movimento BDS. Dice che «Israele aveva annunciato nel mese di febbraio che avrebbe usato la guerra cybernetica contro il Movimento BDS» quando in realtà Israele aveva annunciato di voler combattere il Movimento BDS sul web. Nel suo comunicato arriva ad affermare che, secondo un rapporto della Associated Press, Israele avrebbe dedicato ampie risorse finanziarie alla guerra cibernetica al Movimento BDS quando in realtà buona parte delle risorse dedicate dallo Stato Ebraico alla intelligence sul web sono destinate a ben altri scopi e altri pericolosi nemici, quali per esempio l’Iran. Insomma, il Movimento BDS si attribuisce una importanza che Israele non gli da pur considerandolo una minaccia.

Per tornare all’attacco DDoS subito dai siti web del Movimento BDS si tratta di un tipo di attacco informatico tra i più semplici da portare contro un sito web basato di solito su una rete di computer bot (o zombie) che accedono contemporaneamente a un singolo sito web inviando continue richieste al server fino a farlo cadere. In realtà è un tipo di attacco superato che oggi si può effettuare senza l’uso di grandi reti di computer ma usando un semplice software facilmente reperibile in rete che provvede da solo a lanciare decine di migliaia di richieste ad un unico server saturandone le risorse fino a farlo cadere. Nulla di complesso quindi. Sono attacchi che avrebbe potuto portare anche un hacker alle prime armi.

Tuttalpiù il ridicolo e delirante comunicato del Movimento BDS dimostra come questo gruppo criminale si trovi sempre più in difficoltà e sempre più spesso venga messo fuori legge (qui la petizione per metterlo fuorilegge in Italia) e per questo necessiti di visibilità. E quale miglior visibilità se non quella derivante dall’essere vittima di un attacco del “nemico sionista”?

Redazione

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