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Movimento BDS: alcune risposte a Ronen Bergman (Ynet)

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Quando Ynet ha deciso di aderire alla campagna anti-BDS ne siamo stati tutti estremamente felici perché avere un giornale dell’importanza di Yedioth Ahronot che appoggia la campagna non è roba da tutti i giorni, oltretutto parliamo di un giornale di sinistra che spesso è stato paragonato ad Haaretz per le sue posizioni critiche verso Netanyahu. Questo però fino a questa mattina, quando cioè è apparso su Ynet un articolo a firma Ronen Bergman che vanifica l’ottimo lavoro svolto dallo stesso Yedioth Ahronot nei giorni scorsi.

Nel suo articolo Ronen Bergman parla di “sei bugie” in merito al Movimento BDS che verrebbero diffuse dai media pro-israele e, una ad una, tenta di smontarle arrivando in qualche modo persino a giustificare lo stesso Movimento BDS. Peccato che quello di Ronen Bergman sia solo un patetico tentativo di trovare colpe israeliane attraverso il più tipico dei sistemi usati dal Movimento BDS, quello della distorsione della verità e della disinformazione.

Ma cosa dice Ronen Bergman?

La prima “bugia” che tenta di smantellare è quella riguardo al fatto che «il boicottaggio del Movimento BDS sarebbe la continuazione del boicottaggio arabo» affermando che non è così in quanto il boicottaggio non è guidato dagli Stati arabi né da una organizzazione ben definita. E qui casca l’asino perché il Movimento BDS, oltre ad essere una vera e propria organizzazione ben definita e organizzata è ampiamente finanziato dagli Stati arabi. Il fatto che tutto ciò avvenga in maniera più o meno occulta e non apertamente manifesta, non significa che non abbia molte similitudini con quello messo in piedi a suo tempo dalla Lega Araba. Una dimostrazione lampante la possiamo vedere nella vicenda della Orange che ha preferito i miliardi arabi alla collaborazione con Israele.

La seconda “bugia” che Bergman vorrebbe smantellare è quella che riguarda il carattere antisemita del Movimento BDS. Secondo lui non è vero che il Movimento BDS sia guidato dall’odio anti-ebraico e paragona il fenomeno al boicottaggio contro il Sud Africa affermando che se questo Movimento viene giudicato antisemita allora anche il movimento che lottò contro l’apartheid in Sud Africa lo era. Peccato che in Israele non esista alcun tipo di apartheid e l’abuso che ne fanno gli odiatori di questa parola è del tutto fuori luogo. Quindi il Movimento BDS è a tutti gli effetti un movimento antisemita che agisce contro Israele per mere motivazioni di odio verso gli ebrei e la loro patria. La dimostrazione sta nel fato che il Movimento BDS è concentrato solo su Israele e sulla presunta apartheid che gli israeliani applicherebbero verso i palestinesi ma evita accuratamente di parlare della apartheid vera che viene applicata in molti paesi arabi, compresa la cosiddetta Palestina, nei confronti di omosessuali, donne, cristiani o appartenenti ad altra religioni.

La terza “bugia” riguarda il fatto che, secondo Bergman, qualcuno (ma non si sa chi) sosterrebbe che il boicottaggio è un fenomeno che riguarda solo il Medio Oriente e l’Europa quando invece è un fenomeno globale. Non so dove abbia preso questa “notizia” il caro Ronen Bergman ma è lampante che chiunque abbia un po’ di senno non può non ammettere che il fenomeno sia globale e in espansione. Quindi non ho capito bene se Bergman voglia in qualche modo criticare coloro che tentano di sminuire l’impatto del fenomeno oppure voglia rendere merito all’opera del Movimento BDS. I entrambi i casi siamo di fronte a qualcosa di estremamente inquietante.

La quarta “bugia” che Bergman vorrebbe smontare è quella forse più smaccatamente a favore del Movimento BDS perché secondo questo signore non è vero, come si dice, che elementi radicali, terroristi palestinesi e antisemiti di tutto il mondo facciano parte di questo Movimento e arriva addirittura ad affermare che «la forza del Movimento BDS sta proprio nel fatto che hanno tenuto fuori questi elementi». Peccato che sia ampiamente provato che i leader del Movimento BDS siano legati a doppio filo con Hamas, che siano dichiaratamente antisemiti e che abbiano più volte dichiarato che il loro obbiettivo è quello della cancellazione di Israele e non quello di uno Stato palestinese indipendente o la tutela dei Diritti dei palestinesi. Questo è arrampicarsi sugli specchi con il solo fine di mostrare un Movimento BDS “lindo e pulito” quando invece è sporco e disonesto.

Sulla quinta e la sesta “bugia” che il buon Ronen Bergman cerca di smontare (maggiori risorse al Ministero degli Esteri e alla Hasbara come mezzo per contrastare il boicottaggio e la distruzione di Israele come Stato Ebraico quale obbiettivi finale del BDS) stendiamo un velo pietoso perché le argomentazioni che Bergman porta al suo mulino sono del tutto ridicole, persino smaccatamente pro-BDS.

Francamente ci spiace che Ynet abbia pubblicato l’articolo di Ronen Bergman perché vanifica l’eccellente lavoro di verità che il giornale israeliano ha fatto nei giorni scorsi e segna il ritorno di Yedioth Ahronot alle sue solite posizioni di estrema sinistra più consoni forse ad Haaretz che a Ynet. Ce ne faremo una ragione. Ma quello che ci disturba molto non è tanto il cambio di rotta di Ynet (sotto certi aspetti prevedibile) quanto piuttosto la tecnica della menzogna usata nello scrivere questo articolo, una tecnica propria del Movimento BDS.

Scritto da Noemi Cabitza

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